In una Puglia già immersa nel clima della campagna elettorale, tra trattative, alleanze e candidature, il Partito Liberaldemocratico Puglia sposta l’attenzione su un tema spesso dimenticato: la crisi del ceto medio. “Siamo un Paese che massacra il ceto medio,” denuncia il segretario regionale Matteo Viggiani, citando i dati del rapporto OCSE Tax Wages 2024, che collocano l’Italia al primo posto tra 38 Paesi per pressione fiscale su famiglie e lavoratori.

Numeri impietosi: a una coppia con figli restano in tasca solo 55 euro su 100, contro una media OCSE di 81; per un single, 68 contro 85. “Chi guadagna 2.500 euro al mese non è un privilegiato — spiega Viggiani — ma spesso una persona che fatica a mantenere la famiglia, senza alcun accesso a bonus o agevolazioni. È paradossale che in Italia chi lavora di più venga tassato come un ricco.”
Il partito propone due misure “concrete e realizzabili” per restituire respiro economico al cuore produttivo della società:
- Una riduzione graduale delle addizionali IRPEF regionali per i redditi compresi tra 25 e 45 mila euro annui;
- L’introduzione di un Credito d’Imposta “Ceto Medio Puglia”, destinato alle famiglie escluse dagli aiuti ISEE, per sostenere spese scolastiche, servizi per l’infanzia, trasporti e sanità convenzionata.
“Il ceto medio tiene in piedi la società e produce ricchezza, ma è il più penalizzato dal sistema fiscale,” conclude Viggiani. “Senza di loro, non c’è sviluppo, non c’è equilibrio sociale, non c’è futuro per la Puglia né per l’Italia. Ripartiamo dal lavoro, dal merito e dalla libertà”.





