Lunedì pomeriggio movimentato a Monopoli, dove la politica ha regalato una scena degna della miglior commedia all’italiana. Protagonista: Luigi Lobuono, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Puglia, giunto in città senza clamore, tra strette di mano, sorrisi e una tappa al bar per un caffè. Tutto in tono semplice, quasi domestico, come chi passa a salutare vecchi amici.



Poi la visita a Palazzo di Città, per un incontro cordiale con il sindaco Angelo Annese. I due hanno parlato di politica e di sanità: del nuovo ospedale Monopoli-Fasano, ancora vuoto, delle lunghe liste d’attesa e del personale che “va formato”, come ha detto Lobuono. “E assunto”, ha risposto Annese, con realismo da amministratore.
Dopo il colloquio, Lobuono, accompagnato da alcuni esponenti di Fratelli d’Italia – tra cui Tommaso Scatigna, Franco Leggiero, Anna Capra, Loredana Liuzzi, Antonio Scianaro e il vicesindaco di Locorotondo Vito Speciale – ha deciso di fare un saluto veloce nell’aula consiliare. Peccato che in quel momento fosse in corso una riunione di maggioranza.

Ed è qui che entra in scena Aldo Zazzera, presidente del consiglio comunale, arrivato poco dopo. Si è trovato davanti il candidato presidente e, con un garbo tutto istituzionale, ha sfoderato la battuta che resterà nella storia locale:
“Andiamo fuori, perché c’è un clima (…) e siamo in par condicio.”

Una frase che, detta col sorriso, ma accompagnata da una mano sulla spalla, ha avuto l’effetto di un “ciak!” improvviso. L’aula, per un attimo, si è trasformata in un set cinematografico: un po’ Pane, amore e politica, un po’ Il marchese del Grillo. “Prego, si accomodi fuori” avrebbe potuto dire Sordi, con lo stesso aplomb.
Lobuono, raccontano i presenti, non ha battuto ciglio. È rimasto signorile, pur sorpreso, consapevole che l’episodio – nato da un eccesso di forma – ha svelato qualche tensione latente dentro il partito di Giorgia Meloni a Monopoli.
Alla fine, nessun dramma, solo un piccolo inciampo di galateo politico. Ma abbastanza per ricordarci che la Puglia, più che una campagna elettorale, sa ancora regalare momenti di autentico cinema civile: dove il potere, la buona educazione e l’ironia si danno appuntamento in consiglio comunale.
