Approvata la variante per il dissalatore del Tara: 129 milioni per garantire l’autonomia idrica di Taranto e del Salento ionico

BARI – L’Autorità Idrica Pugliese (AIP) ha compiuto un passo decisivo verso la sicurezza idrica regionale: il Consiglio direttivo ha approvato la variante urbanistica per la realizzazione dell’impianto di dissalazione delle acque salmastre del fiume Tara, in agro di Taranto. L’opera, interamente finanziata con fondi pubblici per un investimento complessivo di 129 milioni di euro, è considerata strategica per assicurare l’autonomia idrica di Taranto e dell’arco ionico salentino, territori oggi dipendenti dallo schema extraregionale Sinni-Pertusillo.

Il progetto, inserito nel Piano d’Ambito 2020-2045 e nel Piano degli Interventi 2024-2029, rappresenta una delle opere cardine del PNRR nel settore idrico, con 27,5 milioni di euro provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, 70 milioni dai Fondi di Sviluppo e Coesione e ulteriori risorse dai proventi tariffari.

Il dissalatore utilizzerà acqua salmastra proveniente da sorgenti esistenti, evitando nuove captazioni sul Tara. L’acqua potabilizzata sarà convogliata verso il serbatoio di Taranto attraverso una condotta lunga 14 chilometri, realizzata con tecnologia no-dig, che non prevede scavi a cielo aperto, limitando l’impatto ambientale. Le acque residue, con salinità analoga a quella del fiume, verranno reimmesse in mare tramite una condotta di 4,5 km, in condizioni di piena compatibilità con l’ecosistema locale.

“Il dissalatore del Tara – ha dichiarato il presidente dell’AIP Gianluca Vurchio – non è solo un’infrastruttura, ma la garanzia di resilienza e autonomia idrica per Taranto e per tutto il Salento ionico. L’autorizzazione trentennale della Regione Puglia ci consente di procedere rapidamente nel rispetto dei cronoprogrammi del PNRR e della tutela ambientale”.

L’impianto, una volta operativo, garantirà una nuova fonte di approvvigionamento per circa 385 mila persone, contribuendo a fronteggiare l’emergenza idrica che ha raggiunto livelli di severità “massima” anche per il comparto potabile.

L’intervento si inserisce in una più ampia strategia regionale volta a rafforzare la resilienza idrica della Puglia, una delle regioni più esposte alla crisi climatica e alla scarsità di risorse. “Si tratta – ha aggiunto Vurchio – di un’opera urgente e indifferibile, che unisce sostenibilità, innovazione e sicurezza idrica per il futuro del nostro territorio.”

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