Alan Friedman, giornalista e saggista americano, l’ospite d’onore del terzo e ultimo appuntamento di Festivarts, la rassegna culturale che ha animato l’estate di Castellana Grotte.
Un evento atteso e con una grande partecipazione di pubblico, andato in scena giovedì 31 luglio in Piazza Nicola e Costa, in un contesto informale e coinvolgente, come nello stile del format ideato da Domi Ciliberti – oggi sindaco della città – e da Giuseppe Savino, ora direttore artistico della società Grotte di Castellana.
Partendo dal suo ultimo libro, La fine dell’impero americano (La Nave di Teseo), Friedman ha discusso con Ciliberti delle attuali trasformazioni geopolitiche, tracciando un’analisi impietosa ma lucida del presente. La tesi centrale? Come affermato nell’intervista ai microfoni di Tv Puglia, non è Donald Trump il vero responsabile del declino degli Stati Uniti, ma ne è senz’altro la manifestazione più evidente: “La decadenza dell’egemonia americana è iniziata già dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale”, ha infatti dichiarato Friedman, “Trump ha solo accelerato una crisi già in atto, rendendola visibile al mondo intero”.

Nell’intervista, Friedman ha definito la politica dei dazi dell’ex presidente americano una “forma di estorsione”(durante il talk il giornalista americano ha anche sostituito la parola “dazi” con “pizo”) che ha danneggiato in particolare le economie europee, Italia compresa. Le conseguenze? Secondo le sue stime, tra i 50 e i 70mila posti di lavoro a rischio a causa dell’innalzamento delle tariffe commerciali al 15%. In questo contesto, ha aggiunto, “l’Europa deve emanciparsi dall’America, diversificando i suoi mercati di riferimento per garantire un’autonomia strategica”.

La serata ha rappresentato anche un’occasione per riflettere su un nuovo scenario globale, segnato da una deglobalizzazione parziale e da una crescente assenza di regole comuni. Un “nuovo disordine mondiale” dove, secondo Friedman, “le democrazie vengono sfidate apertamente da regimi autoritari come quelli di Putin e Xi Jinping”.
Ma Festivarts non si è limitato all’analisi politica. Il sindaco Ciliberti durante la stessa serata ha ribadito come l’obiettivo della rassegna è stato quello di superare la superficie mediatica dei personaggi ospiti, portando il pubblico a scoprire i loro lati più autentici e umani, e allo stesso tempo offrendo incontri da vivere come conversazioni in un salotto di casa vivendo la città in modo nuovo attraverso la cultura”.
Un intento condiviso da Giuseppe Savino, direttore artistico dell’iniziativa, che ha sottolineato anche l’importanza strategica di ospitare personalità internazionali come Friedman in un contesto simbolico come quello delle Grotte di Castellana, poiché Parlare delle Grotte attraverso tali eventi vuol dire, secondo Savino, promuoverle in maniera nuova, aprendole a un racconto internazionale e rilanciandole come polo di cultura e comunicazione oltre il turismo classico.

Dopo il successo degli incontri precedenti con Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo, e con Mauro Repetto degli 883, la chiusura affidata a Friedman ha confermato l’identità profonda di Festivarts: un festival capace di unire riflessione e leggerezza, attualità e comunità, restituendo a Castellana Grotte il ruolo di crocevia culturale inedito e sorprendente.





