Arance, taralli e dolciumi sul zippo in onore di San Giuseppe: non soltanto i tradizionali Falò a Sammichele

Il freddo ci ha provato ma a vincere sono state le fiamme ardenti dei tradizionali falò di San Giuseppe, a Sammichele. Il calore e la magia del fuoco hanno saputo riunire tanti concittadini attorno al rogo all’insegna della convivialità e della condivisione. E dunque tra musica, sapori autentici, animazione, profondo senso di appartenenza alla comunità e devozione al santo sono stati tre i falò organizzati nel comune barese: il primo nella piazzetta Garibaldi dagli esercenti di zona, il secondo nell’area mercatale dalla Pubblica Assistenza di Sammichele, il terzo ed ultimo in piazza Vittorio Veneto dalla Pro Loco “Dino Bianco” con la collaborazione dei ragazzi del Casale delle Meraviglie.

Come da tradizione, già dal pomeriggio nutrite processioni di bambini per le vie paesane hanno chiesto, bussando per case e affacciandosi per attività commerciali, un contributo simbolico per rendere omaggio al protettore di poveri e bisognosi, nonché uomo giusto e sposo della Vergine Maria. La domanda canonica è stata: ‘Cè n’g(e) mitt(e) à San G(e)sèpp(e)? (in italiano: ‘Cosa metti a San Giuseppe?’). La gente ha lasciato loro taralli, arance, dolciumi e tanto altro: donazioni generose ‘infilzate’ ad un ramo di mandorlo o ciliegio, il zippo (u zipp(e) in dialetto sammichelino). La raccolta finale è stata deposta sui roghi come omaggio al santo e si è persa, poco più tardi, nella forza delle fiamme ardendo assieme alla legna.

Tra chiacchiere amicali, un buon bicchiere di vino e due ceci, si è rinnovata l’antica tradizione popolare del 19 marzo con i falò di San Giuseppe che da sempre sono motivo di unione, momento di aggregazione per la gente dei piccoli borghi. Uomini e donne, giovanissimi e anziani, nessuno escluso, tutti attorno alla bellezza del fuoco, motivo anche di buon auspicio per l’arrivo della nuova stagione.     

Il Servizio

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